Cosa si intende per rebranding?
Prima di tutto iniziamo dalle basi: il rebranding consiste nel rinnovare l’identità di un marchio, un negozio o un prodotto, per trasformare la sua immagine o modificarne il posizionamento sul mercato e di conseguenza il valore percepito.
Questa rinnovazione avviene andando a modificare alcuni elementi come il logo, brand identity, strategia di comunicazione o anche il nome dell’azienda.
Come tutti i rebranding, anche il mio è nato dalla necessità di creare uno nuovo spazio che mi rappresentasse appieno.
Dopo quasi 10 anni dall’avvio della mia attività come libera professionista, sentivo che il mio branding non mi rappresentava più totalmente. Negli anni si evolve, come è giusto che sia, sia come persone che come professionisti, e i miei “vestiti professionali” di quel tempo iniziavano a starmi stretti.
Da lì ho capito che era arrivato il momento di un rebranding.
L’INIZIO
La prima fase del processo si può riassumere con due parole: nebbia fitta. Sapevo solo che volevo cambiare “aspetto”, ma non avevo idea sul punto di arrivo, su cosa “volevo diventare”.
Solo di una cosa ero certa: avrei dato tempo al tempo.
In tante occasioni ho visto progetti crollare come castelli di sabbia perché le idee erano state prese velocemente senza la dovuta analisi. L’ultima cosa che volevo era investire tempo in un rebranding per poi scoprire che non era quello “giusto”.
Ci tenevo a trovare la strada che sentissi mia al 100% e dare tempo ad ogni idea presa di sedimentare e verificare se era quella giusta, con calma senza fretta. Un passo, ben ponderato, alla volta.
Proprio come un fiore che sboccia nel momento giusto, né prima né dopo.
Ma non è stato tutto semplice, ho fatto tante prove, alcune si sono rivelate successivamente non valide, altre invece sì e sono state portate avanti. Esattamente come ogni progetto di cui mi occupo, la fase iniziale creativa è un caos di idee, che man mano si riducono affinando solo le migliori.
Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente? Ni.
Ovviamente tutti speriamo che i processi lavorativi filino lisci come l’olio, ma sappiamo bene che la realtà delle cose è ben diversa. E se devo scegliere tra un processo veloce, semplice e lineare ma con un risultato mediocre e un processo più lungo e tortuoso che porta però ad un risultato soddisfacente, scelgo senza dubbio il secondo.
Non è stato un processo semplice o veloce, si è sviluppato nell’arco di più anni costellato anche da periodi in cui era tutto fermo.
IL PUNTO DI SVOLTA
La svolta vera e propria e il fattore che ha dato la spinta finale necessaria per completare questo processo è stato iscrivermi ad un programma di mentoring di Elisa Furiglio ad inizio 2023.
Per chi non la conosce già, Elisa è una Biologa & Project Manager, una Professionista con la P maiuscola con una capacità di trasmettere la passione in quello che fa e quello che insegna, che ho visto ben poche volte.
Grazie al suo programma ho potuto comprendere a pieno cosa mi mancava, cosa dovevo fare e soprattutto imparato a progettare con focus e organizzazione un business dalle fondamenta solide.
Da quel momento tutti i pezzi del puzzle hanno iniziato ad andare al loro posto.
Il restyling del sito web
Successivamente al rebranding c’è stato anche il restyling del sito web, che era arenato ormai da (troppo) tempo in una solitaria pagina “coming soon”.
LE SPECIFICHE GRAFICHE
Ho iniziato, come sempre, con una moodboard, e sono passata poi alla scelta della palette colori. Rispetto al passato, volevo utilizzare una palette più neutrale, lasciando i toni del rosa e del viola e spostandomi più verso i toni del verde.
La combinazione finale si basa su tinte organiche (verde e beige) con colori d’accento più vibranti che danno un tocco di energia alla visione complessiva.
Sul fronte dei font invece ho mantenuto il Cera PRO come font primario.
È stato l’unico elemento della “vecchia” brand identity che è stato ripreso anche nella nuova, trovandolo sempre coerente e anche per mantenere un elemento di continuità in questo cambiamento.
Il Cera PRO (pubblicato da TypeMates) è un font geometrico senza grazie che riassume forme primarie e trasmette semplicità, eleganza e una sensazione di calore.
Mentre per i titoli ho selezionato due font graziati: il Proxima Sera (pubblicato da Mark Simonson) e lo Swear Display (pubblicato da OH no Type Co.). Il primo è classico ed elegante, mentre il secondo è più particolare, con grazie allungate che gli donano un aspetto più moderno, da utilizzare solo per le parole o frasi da evidenziare.
Questo accostamento tra colori e font tenui/classici abbinati a più evidenti/singolari è una cosa voluta. In questo modo ho voluto rappresentare il tratto distintivo del mio lavoro:
Unire elementi classici con elementi più moderni per creare soluzioni grafiche che durano nel tempo.